sabato 8 maggio 2010

Quando si accende la speranza

Quando si accende la speranza Ci sono giorni migliori di altri. Giorni in cui tutto mi sembra solo un brutto sogno. Le sue risposte alle mie domande hanno un senso compiuto, sono ancorate a fatti reali. I suoi ricordi, vicini e lontani, sono del tutto coerenti con la sua vita. In quei giorni la speranza riemerge dal suo limbo e, anche se per breve tempo, torna ad animare il mio spirito.
Dentro di me so benissimo che tutto ciò non è reale, che si tratta solo di una delle tante fasi di questo tremendo incubo, ma il mio inconscio non si vuole arrendere e si ancòra ad ogni piccolo, flebile, inconsistente rivolo di speranza.

Ogni volta che questo accade però qualcosa d'indefinibile, dentro di me, mi avverte e mi riporta alla realtà. In quel preciso istante io sò che non posso aggrapparmi a niente perchè alla prossima delusione sarà ancora peggio ed il mio animo ne sarebbe ancora più affranto. E' una sensazione che provano tutti i familiari che vivono accanto a chi ha questo cancro dell'anima, lo sò, ma ognuno la prova sulla sua pelle ed a sentirla raccontare non è lo stesso.
I giorni passati sono stati migliori di altri, e subito anch'io ne ho respirato il profumo, certo, sono piccole differenze, piccoli particolari, piccoli gesti di tempo prima ma non troppo distanti negli anni, è impossibile trasmetterli  qua sopra, ma chi li vive sa di cosa parlo.
Oggi no, oggi è di nuovo tornato l'incubo, anche qui si parla di piccolissimi particolari, ma io li respiro, oggi sono tornate le lacrime negli occhi di mia mamma ed io so cosa vuol dire. Oggi la rivedo impaurita, oggi la sento  chiamare, ogni tanto, il suo Mario da qualche parte qui in casa, mio padre.
Non c'è più da nove anni. Mi terrorizza pensare a quante volte lo cercherà nei prossimi tempi, quante volte ne resterò delusa quando si accorgerà che non c'è, quante volte vedrò le lacrime nei suoi occhi quando cercherò di spiegarle che è stato solo un brutto sogno. Le sue lacrime mi distruggono, è sempre stato così, lei è sempre stata più forte di me ed anche in questo l'ha sempre dimostrato.
Oggi l'ho guardata negli occhi quando le ho dato un moment per il suo mal di testa. Guardare negli occhi un malato di alzheimer è come specchiarsi e non vedere la nostra immagine riflessa, è come se qualcuno gli avesse rubato l'anima.

Ci sono giorni in cui le domande dentro di me affluiscono copiose, in quei giorni , in questi giorni, sono le risposte che mancano.

1 commento:

  1. il mio babbo ha 61 anni ed è malato da due anni e capisco perfettamente quello che dici ma non pensare che lei non capisca e che non ci sia più, bisogna essere forti, bisogna sorridergli perchè loro assorbono tutti i nostri stati d'animo. Coraggio

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